TRACCIA GPS
30 marzo, Mogliano ore 6.00, scatta l’ora X: presenti And, Cris, Max, MasB e Fra. Saluti e sorrisi: all’inizio di ogni bel girone in compagnia la gioia si nota! Auto-brevetto, anzi bravetto: bravetto chi lo fa.
Anche se indipendente-ufficioso-informale-etc etc il Cadore300 è comunque una randopedalata coi fiocchi. Prevediamo di raggiungere e aggirare il lago di Centro Cadore, con alcune belle deviazioni sia lungo l’andata che al ritorno.

Freschetto ma quasi chiaro. Dopo la consegna di carta di viaggio e pacco gara, opera a sorpresa del ragioniere-tracciatore Fra, si parte! Alle 6.25 come da cronoprogramma siamo a Treviso e troviamo AndB e Fort, più o meno recentemente conosciuti via FB e gran pedalatori; carte di viaggio e pacco gara anche per loro e via! Traffico scarso, sempre dritti verso nord. A ritmo moderato, tra i 25 e i 30, si approfitta per far due chiacchiere e conoscersi un po’. Come di consueto a Ponte della Priula primo gustoso autocontrollo: cappuccino e brioche in pasticceria di provata alta qualità! Il prossimo appuntamento è alle 8.45 a Tarzo, qui imbarcheremo un altro nuovo compagno di viaggio con cui abbiamo scambiato qualche info del giro nei giorni precedenti.
Giunti a Susegana, 45 km da casa, finisce la pianura e iniziano i colli del Prosecco: zig zag e sali e scendi a non finire passando per Collalto, Refrontolo e la bella discesa su ampi tornanti delle Mire Basse. Come sempre il paesaggio ondulato di vigne e casolari è appagante per la vista e per il pedalare! Risalendo verso Tarzo, conduco per alcuni chilometri la comitiva ma l’idea di risparmiare energie fa fortunatamente capolino nella mia zucca. Pedalando e chiacchierando arriviamo puntualmente a Tarzo per trovare Bru da Valmareno, ma qui salutiamo And che torna in pianura per raggiunti limiti di tempo. Presentazioni e ultima consegna della carta e del pacco gara. Il Fadalto ci attende! Continuiamo in sette. Il sole è ormai radiante e la giornata si prospetta splendida anche dal punto di vista ciclistico: un gran bel gruppo affiatato e con buone gambe. Arrivare a sella Fadalto sono circa una decina di chilometri di salita pedalabile, pendenza masssima 6 %, su uno stradone in ambiente prealpino, caratterizzato anche dalla presenza dei giganteschi piloni della soprastante autostrada. I compari menano, io proseguo al mio passo e sul Fadalto arrivo due minuti dopo.
Foto di rito, prima col cartello blu dell’altitudine e poi col lago di Santa Croce e le Dolomiti sullo sfondo. Breve discesa e secondo autocontrollo al km 90 all’az. agr. La Capra. Qui panino con porchetta e coca: meritati! 10 minuti al tavolo conversando su questo ed altri bei in giri e altro.
Risaliti in sella costeggiamo la riva occidentale del lago, la più panoramica e con scarso traffico nonostante sia la principale arteria stradale in zona: come per la strada del Fadalto, la costruzione dell’autostrada tra Vittorio Veneto e Belluno ha relegato queste ampie strade al traffico locale o poco più. Le Dolomiti ora ci stanno di fronte e sempre più vicine!
Superata Ponte nelle Alpi passiamo in sinistra Piave per Soverzene e Fortogna, ogni volta una strada piacevole da percorrere con la sua atmosfera a tratti selvaggia e con qualche restringimento e avvallamento. Alcuni di noi imboccano un pezzetto di pista ciclabile asfaltata e tirata a nuovo. Francamente la trovo poco utile visto il traffico scarsssimo incontrato in tanti altri passaggi in loco e pure un po’ in contrasto col paesaggio dell’ampio alveo ghiaioso del Piave con la vegetazione bassa e sparsa mista a conifere che dà la senzazione di trovarsi nel Grande Nord alaskiano o scandinavo. Passata Codissago, da dove parte la strada per il Vajont, torniamo in destra Piave. Sempre compatto il gruppetto arriva a Castellavazzo, dove la ciclabile lungo il Piave, seppur breve, è bella e utile ma al momento chiusa. Non ci resta che la statale Alemagna, stretta e trafficata ma che presto abbandoniamo per iniziare la vecchia Alemagna che oggi congiunge i vari paesi del basso Cadore fino a Perarolo. 

Sono circa 15 km godibili: siamo ormai in ambiente alpino con il Piave che ci accompagna alla nostra destra, andiamo in lievissima salita su strada a traffico scarsissimo e ciò permette anche di socializzare. A Perarolo con qualche tornante inizia la salita per la sempre affascinante strada Cavalera. Prima del sottopassaggio del ponte della SS51 ci ricompattiamo e in una manciata di minuti di ciclabile siamo a Calalzo e Vallesella dove deviamo dalla strada principale per raggiungere il ponte che attraversa il lago di Centro Cadore. Qui sosta obbligata ! 

Foto di gruppo e sguardo al paesaggio alpino con ancora molto evidenti le ferite al bosco causate dalla tempesta dello scorso autunno e lago pieno di alberi caduti: impressionante!
Per chi pensava che il giro del lago fosse una tranquilla passeggiata in piano… amara delusione dato che dal ponte a Lorenzago ci sono salita seria e tornanti. Anche qui evidentissimi i danni: si pedala su una stradina malandata in alcuni punti letteralmente scavata tra i tronchi distesi di traverso all’asfalto.
Finita la salitaccia, in piazza a Lorenzago rifornimento acqua, due parole e subito giù a capofitto verso Calalzo dove al Road Bar facciamo la doverosa veloce sosta pranzo. Ci saluta Fortunato che per ragioni di tempo prosegue dritto verso casa. Dopo club sandwich, coca e caffè pronti via per la principale fino a Ponte nelle Alpi, traffico più abbondante ma percorso più veloce per arrivare alla deviazione pralpina. Prima di Castellavazzo curiosi di vedere in che condizioni è la breve ciclabile in destra Piave, saltata all’andata, la imbocchiamo ma dopo alcune centinaia di metri appare il disastro: pista franata e decine di alberi caduti che la interrompono.

Torniamo sulla statale e a Ponte nelle Alpi, con oltre 200 km sul groppone, iniziamo la famigereta deviazione prealpina. Passato il Piave giriamo a ovest e iniziamo subito a salire: spettacolo! Per una decina di km attraversiamo prati, boschi e ampi panorami bucolici: ancora salita ma meritava davvero! I chilometri iniziano a farsi sentire ma la vista è appagata, il morale è sempre alto e le gambe vanno! I tanti chilometri, come pure le tante ore, sono letteralmente volati grazie all’ottima compagnia!


Superato Losego picchiata sul lago di Santa Croce, breve salitella a sella Fadalto e successiva discesona per Vittorio Veneto dove ci salutiamo con Bruno che svolta per la sua bella Valmareno. Nonostante il traffico del sabato pomeriggio decidiamo di tirar dritti verso Conegliano, con una ultima deviazione tra le vigne per raggiungere direttamente il centro e proseguire poi per Treviso. Qui Andrea Tiger ci lascia, mentre a Mogliano è Massimo a svoltare verso casa. Giunti a Mestre gli ultimi tre rimasti in sella, il sottoscritto, Francesco e MassimoB chiudono a loro volta l’avventura di giornata.
Cadore300: un itinerario classico con alcune deviazioni nuove per diversi di noi, un signor gruppetto, di vecchi e nuovi amici, affiatato, soddsfatto e contento dall’inizio alla fine! Quindi… alla prossima!
Cristiano